FTIS – Specializzazione
Licenza
Storia della teologia – I: «Rinata attualità del “Dialogo con Trifone” (giudeo) di Giustino martire»
Codice Insegnamento: S-18STTH1
Anno di corso: Discipline a scelta
Tipo di insegnamento: OBBLIGATORIO
Crediti: 3
Ore: 24
Lingua in cui viene erogato il corso: Italiano
Metodo di insegnamento: Didattica formale/lezioni frontali
Tipo di esame: Prova Orale
- Teologia Fondamentale
- Teologia Sistematica
- Studi Biblici
- Teologia Morale
- Teologia Pastorale
- Teologia Spirituale
- –
Nel complesso il corso persegue l’obiettivo di un rigoroso approfondimento delle più antiche relazioni fra giudaismo e cristianesimo a partire da uno scritto – il primo pervenutoci a esse dedicato – di Giustino (metà del II secolo). Consente, inoltre, al riguardo la conoscenza degli aspetti letterari, storici e dottrinali attivi nel contesto dialogico.
Programma:
Articolano il corso principalmente tre nuclei implicantisi:
a) La questione della realtà del dialogo tra il cristiano Giustino e il giudeo Trifone e quella conseguente dell’immagine dei giudei e del giudaismo nello scritto in esame. Pare indebolirsi la posizione di quanti, per influsso del “linguistic turn”, designata da M. Taylor “discourse theory”, in antitesi alla “conflict theory” (M. Simon), sostengono che all’origine della polemica antigiudaica non c’è conflitto sociale tra i cristiani e i giudei, ma la necessità, interna al cristianesimo, di definire e costruire la propria identità. La rappresentazione del giudaismo riscontrabile nel Dialogo, pertanto, non sarebbe il riflesso diretto di una realtà sociale, bensì una semplice costruzione retorica.
b) Da qui la necessità di verificare la qualità dell’esegesi giudaica rinvenibile nel Dialogo: media al lettore informazioni di seconda mano, quindi il percorso seguito nello scritto di Giustino risulta privo di originalità e il colloquio di cui dà conto è per gran parte o nella totalità fittizio? Il confronto delle numerose esegesi, credenze, pratiche giudaiche con le differenti fonti antiche – letteratura giudeo-ellenistica, scritti intertestamentari e di Qumran, Nuovo Testamento e letteratura cristiana del II secolo – mette in risalto la specificità di Giustino in quest’ambito e inclina a ritenere che l’apologista cristiano disponga di un’informazione di prima mano, affine ai rabbi (palestinesi?) del II e III secolo.
c) Il contributo eventuale dell’opera di Giustino al contemporaneo dibattito ricondotto, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, a formule agevolmente indicative quali “Parting of the Ways” (Dunn: dicotomizzazione identitaria) oppure “Border lines” (Boyarin: separazione costitutiva riconducibile però a due distinte fasi della differenziazione giudaico-cristiana) o, ancora e da ultimo, con chiaro intento irenico “The Ways that never Parted” (Yoshiko Reed – Becker), ripresa con certa enfasi in La croisée des chemins revisitée.
Avvertenze:
Articolano il corso principalmente tre nuclei implicantisi:
a) La questione della realtà del dialogo tra il cristiano Giustino e il giudeo Trifone e quella conseguente dell’immagine dei giudei e del giudaismo nello scritto in esame. Pare indebolirsi la posizione di quanti, per influsso del “linguistic turn”, designata da M. Taylor “discourse theory”, in antitesi alla “conflict theory” (M. Simon), sostengono che all’origine della polemica antigiudaica non c’è conflitto sociale tra i cristiani e i giudei, ma la necessità, interna al cristianesimo, di definire e costruire la propria identità. La rappresentazione del giudaismo riscontrabile nel Dialogo, pertanto, non sarebbe il riflesso diretto di una realtà sociale, bensì una semplice costruzione retorica.
b) Da qui la necessità di verificare la qualità dell’esegesi giudaica rinvenibile nel Dialogo: media al lettore informazioni di seconda mano, quindi il percorso seguito nello scritto di Giustino risulta privo di originalità e il colloquio di cui dà conto è per gran parte o nella totalità fittizio? Il confronto delle numerose esegesi, credenze, pratiche giudaiche con le differenti fonti antiche – letteratura giudeo-ellenistica, scritti intertestamentari e di Qumran, Nuovo Testamento e letteratura cristiana del II secolo – mette in risalto la specificità di Giustino in quest’ambito e inclina a ritenere che l’apologista cristiano disponga di un’informazione di prima mano, affine ai rabbi (palestinesi?) del II e III secolo.
c) Il contributo eventuale dell’opera di Giustino al contemporaneo dibattito ricondotto, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, a formule agevolmente indicative quali “Parting of the Ways” (Dunn: dicotomizzazione identitaria) oppure “Border lines” (Boyarin: separazione costitutiva riconducibile però a due distinte fasi della differenziazione giudaico-cristiana) o, ancora e da ultimo, con chiaro intento irenico “The Ways that never Parted” (Yoshiko Reed – Becker), ripresa con certa enfasi in La croisée des chemins revisitée.
Bibliografia:
Fonti:
San Giustino, Dialogo con Trifone, introduzione, traduzione e note di G. Visonà (LCPM 5), Edizioni Paoline, Milano 1988; Ph. Bobichon, Justin Martyr, Dialogue avec Tryphon, Édition critique, Traduction, Commentaires, «Paradosis», vol. 47/I-II, Éd. Universitaires, Fribourg (Suisse) 2003.
Studi:
S.J.G. Sánchez, Justin apologiste chrétien: travaux sur le Dialogue avec Tryphon de Justin Martyr, Gabalda, Paris 2000; D. Boyarin, Justin Martyr Invents Judaism, «Church History» 70 (2001) 427-461; T.J. Horner, “Listening to Trypho”. Justin martyr’s Dialogue reconsidered (Contributions to Biblical Exegesis and Theology 28), Peeters, Leuven 2001; Ph. Bobichon, Comment Justin a-t-il acquis sa connaissance exceptionnelle des exégèses juives?, «Revue de Théologie et de Philosophie» 137 (2007) 101-126.