Storia, Archivistica, Contenuto e criteri di ordinamento
La documentazione conservata riguarda l’attività conciliare e postconciliare di Mons. Carlo Colombo. Dopo la sua morte, il materiale venne trasferito dall’appartamento che egli occupava presso la Facoltà teologica, in quanto preside, all’Archivio del medesimo istituto, insieme ai suoi libri, in attesa di riordino e di adeguata collocazione.
Un’altra parte, meno consistente, di carattere più strettamente personale, giaceva presso il fratello di Carlo Colombo, il professor Bernardo Colombo. Essa è stata ceduta, a più riprese, dal 1995 fino all’estate 2001, alla Facoltà Teologica, grazie all’interessamento di Mons. Giuseppe Colombo.
Sulla base di alcuni riscontri, si può ipotizzare una certa dispersione di materiale, in epoca precedente al trasferimento presso l’Archivio della Facoltà teologica.
Una prima parte del materiale, relativa soprattutto alla Lumen Gentium, era stata riordinata negli anni ’70 da Antonio Acerbi, per una ricerca poi pubblicata in un noto e importante volume (A. ACERBI, Due ecclesiologie. Ecclesiologia giuridica ed ecclesiologia di comunione nella «Lumen gentium», Bologna, Dehoniane, 1975).
Le carte concernenti la preparazione della Lumen Gentium furono suddivisi da Acerbi – con il consenso di Mons. Carlo Colombo, in quegli anni ancora vivente – in 29 fascicoli grosso modo corrispondenti ai diversi tipi e contenuti dei materiali (fascicoli a stampa contenenti gli schemi, le relazioni, i modi; le relazioni del segretario Tromp sui lavori della Commissione teologica; vari progetti di testo relativi all’intera costituzione o a singoli capitoli; studi e ricerche ecc.). I fascicoli furono quindi organizzati secondo le grandi periodizzazioni conciliari: fase antepreparatoria (AP), preparatoria (P), il concilio vero e proprio (C) (ACERBI, Due ecclesiologie, p. 8.).
La maggior parte di questi fascicoli riporta all’esterno della copertina l’elenco numerato dei documenti (talvolta con lo stesso numero vengono indicati più documenti, come, ad esempio, nel caso di fogli di appunti riguardanti un testo ciclostilato o a stampa, oppure di lettere di uno stesso mittente, ecc.).
Si è ritenuto doveroso mantenere l’ordinamento dato e le segnature assegnate, predisponendo inoltre – data l’importanza del materiale e in vista di un più agevole utilizzo del medesimo – schede descrittive dei singoli documenti, o di più documenti ove indicati dall’Acerbi con lo stesso numero.
Allorché, nel 1994, si è posto mano al riordino del fondo, le carte relative al concilio (ma non prese in considerazione da Acerbi) erano accumulate in un armadio metallico, senza alcun ordine originario. Esse erano infatti casualmente divise in cartellette di cartoncino, senza alcuna indicazione scritta sull’esterno. La notevole distanza cronologica (circa vent’anni) dal loro primo accantonamento può ben spiegare la perdita dell’eventuale ordinamento esistente in origine.
Tenendo conto dell’impostazione data da Acerbi alla sezione da lui esaminata, si è scelto di ordinare le carte per documenti conciliari suddivisi al loro interno secondo le fasi del concilio, mantenendo le sigle già utilizzate, ma specificando i diversi periodi conciliari (rispettivamente C1, C2, C3, C4), e ponendo i documenti in successione cronologica.
Le carte riguardanti l’attività di Mons. Carlo Colombo relativa al postconcilio sono state raccolte in relazione ad alcune principali sue collaborazioni (ad es. la revisione del Codice di diritto canonico, o la preparazione dell’enciclica Humanae vitae).
Infine, per ordinare i documenti di carattere personale, ci si è attenuti a criteri consueti: seguendo, da un lato, le diverse fasi della vita e dell’attività del personaggio; dall’altra tenendo conto del carattere formale della documentazione (la corrispondenza, le note personali, il materiale iconografico, ecc.).
Attualmente, il Fondo Carlo Colombo risulta strutturato in due grandi parti: la documentazione relativa a concilio e postconcilio e quella di carattere personale. La prima parte risulta, a sua volta, ulteriormente suddivisa in tre sezioni: “sezione Acerbi”, “sezione conciliare nuova”, “postconcilio”.
Il lavoro di riordinamento, iniziato nel 1994 e protrattosi fino al 2003, sempre sotto la responsabilità e supervisione del Prof. Saverio Xeres, ha visto l’impegno di persone diverse, susseguitesi nel tempo.
E’ più che doveroso ricordare i loro nomi: Emanuela Fossati, Anna Paola Adorni, Barbara Mengoli. Nella revisione finale ci si è avvalsi della specifica competenza della Dr.ssa Annalina Rossi, archivista presso l’archivio diocesano di Como, attualmente gestito dalla Fondazione “Nicolò Rusca”.