CREAZIONE E LIBERTÀ. Il significato della contingenza nel pensiero di Duns Scoto

Giornata di Studio

01 Febbraio 2023 | dalle 10:00 | Milano | Facoltà Teologica

PROGRAMMA

10.00    Accoglienza in sede

10.15    Presentazione

10.30    Contributo di Claudio AVOGADRI
             La dottrina della contingenza.
             Una riformulazione del legame fra Dio e le creature nel pensiero di Duns Scoto

11.30    Discussant Dario CORNATI

11.45-12.30    Dibattito

DESTINATARI
L’incontro è rivolto in modo particolare ai Colleghi d’area degli istituti in vario modo collegati e affiliati alla Facoltà e verrà esteso agli Studenti di specialità interessati.

ISCRIZIONE OBBLIGATORIA compilando il MODULO, qui.


Dalla collaborazione fra l’area di Filosofia e quella di Teologia fondamentale della Sede Centrale della FTIS, nasce la proposta di una comune «Giornata di studio», destinata all’aggiornamento personale, alla fraternità culturale e all’incentivo delle pubblicazioni accademiche.

I Coordinatori delle Aree, i Proff. Dario Cornati e Ezio Prato, presentano in questi termini l’interesse dell’iniziativa: «L’argomento scelto per stimolare la riflessione e ravvivare il confronto, insiste su uno degli snodi teologicamente più coraggiosi e culturalmente più validi dell’epoca, che nelle diverse forme del sapere contemporaneo emerge sotto le specie di una conversione fenomenologica e di una revisione etica del pensiero dell’origine. La posta in gioco è, decisamente, pesante: che la comprensione del principio debba incidere «sostanzialmente» sullo statuto del mondo creato e sulla giustizia della sua destinazione futura. Se l’essere, nella sua originaria purezza e nella sua ontologica differenza, è pregiudizialmente insensibile al mondo che esiste, quello stesso mondo sporge sul nulla dell’essere. La relazione non porta rivelazione del divino e la causalità è senza partecipazione. Benedetto XVI, senza troppi giri di parole, ce lo ha insegnato: «La filosofia aristotelica ci ha detto che tra Dio e l’uomo esiste solo una relazione non reciproca. L’uomo si riferisce a Dio, ma Dio, l’Eterno, è in sé: non cambia. E nemmeno si lascia sfiorare. È una parola molto logica; ma è una parola che ci fa disperare» (Meditazione per il Sinodo delle Chiese Orientali, 11 ottobre 2010)».

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