FTIS – Specializzazione
Licenza
Teologia sistematica – IV: «“…ciò che Dio ha congiunto”. Per una teologia del vincolo sacramentale»
Codice Insegnamento: S-18TS04
Anno di corso: Discipline a scelta
Tipo di insegnamento: OBBLIGATORIO
Crediti: 3
Ore: 24
Lingua in cui viene erogato il corso: Italiano
Metodo di insegnamento: Didattica formale/lezioni frontali
Tipo di esame: Prova Orale
- Teologia Fondamentale
- Teologia Sistematica
- Studi Biblici
- Teologia Morale
- Teologia Pastorale
- Teologia Spirituale
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Obiettivo del corso è introdurre gli studenti alla comprensione dei numerosi e complessi elementi che concorrono al chiarimento di un tema che si trova al centro del dibattito teologico e pastorale: la natura e le implicanze del vincolo sacramentale del matrimonio. La proposta riflessiva s’intreccerà con l’esame dei principali modelli teologici attraverso cui viene pensata la qualità sacramentale del matrimonio cristiano, così da abilitare gli studenti all’identificazione dei presupposti teorici e pratici che presiedono alle risposte di volta in volta elaborate dalla teologia.
Programma:
Le profonde trasformazioni della cultura affettiva dell’Occidente sembrano aver incrinato la comprensione del vincolo sacramentale del matrimonio. La tendenziale spaccatura tra lo sviluppo della vicenda affettiva che conduce al costituirsi della coppia e le risorse simboliche messe a disposizione dalla tradizione sociale e religiosa si manifesta, in modo acuto, nell’incertezza con cui la coscienza contemporanea guarda al rito nuziale come elemento determinante per il sorgere dell’alleanza familiare. Nel sentire diffuso, infatti, tale alleanza pare fondarsi assai più sull’intesa tra i partner che sul vincolo sancito dal sacramento.
Questo orientamento culturale sfida l’intelligenza credente a mostrare in modo più persuasivo come il matrimonio non sia riducibile all’integrazione di due psichismi, ma riguardi in modo radicale l’identità dei soggetti e ponga in gioco in modo ineludibile il riferimento religioso. Perché la consistenza sacramentale del vincolo non appaia come un’imposizione esterna rispetto alla (fragile) storia del legame affettivo è, però, necessario superare il (perdurante) estrinsecismo nel modo di prospettare il rapporto tra azione umana e azione divina.
La questione sarà istruita a partire dalla discussione circa la tesi che presenta gli sposi come “ministri” del matrimonio. Nel confronto tra le opposte visioni di Cano e di Bellarmino è possibile individuare due paradigmi che in vari modi si ripresentano nelle stagioni successive, segnalando l’esigenza di una riformulazione dell’interrogativo. La ricerca proseguirà interrogando le indagini più recenti che hanno individuato nel nesso tra matrimonio ed eucaristia un elemento decisivo per l’interpretazione teologica del legame coniugale. All’elaborazione teorica di tale nesso corrisponde un peculiare approccio all’indissolubile unità del vincolo e una specifica formulazione del suo senso (giuridico, morale, ontologico).
Avvertenze:
Le profonde trasformazioni della cultura affettiva dell’Occidente sembrano aver incrinato la comprensione del vincolo sacramentale del matrimonio. La tendenziale spaccatura tra lo sviluppo della vicenda affettiva che conduce al costituirsi della coppia e le risorse simboliche messe a disposizione dalla tradizione sociale e religiosa si manifesta, in modo acuto, nell’incertezza con cui la coscienza contemporanea guarda al rito nuziale come elemento determinante per il sorgere dell’alleanza familiare. Nel sentire diffuso, infatti, tale alleanza pare fondarsi assai più sull’intesa tra i partner che sul vincolo sancito dal sacramento.
Questo orientamento culturale sfida l’intelligenza credente a mostrare in modo più persuasivo come il matrimonio non sia riducibile all’integrazione di due psichismi, ma riguardi in modo radicale l’identità dei soggetti e ponga in gioco in modo ineludibile il riferimento religioso. Perché la consistenza sacramentale del vincolo non appaia come un’imposizione esterna rispetto alla (fragile) storia del legame affettivo è, però, necessario superare il (perdurante) estrinsecismo nel modo di prospettare il rapporto tra azione umana e azione divina.
La questione sarà istruita a partire dalla discussione circa la tesi che presenta gli sposi come “ministri” del matrimonio. Nel confronto tra le opposte visioni di Cano e di Bellarmino è possibile individuare due paradigmi che in vari modi si ripresentano nelle stagioni successive, segnalando l’esigenza di una riformulazione dell’interrogativo. La ricerca proseguirà interrogando le indagini più recenti che hanno individuato nel nesso tra matrimonio ed eucaristia un elemento decisivo per l’interpretazione teologica del legame coniugale. All’elaborazione teorica di tale nesso corrisponde un peculiare approccio all’indissolubile unità del vincolo e una specifica formulazione del suo senso (giuridico, morale, ontologico).
Bibliografia:
H. Bricout, Le mariage entre consentement et bénédiction. Le sacrement et son ministre, Cerf, Paris 2015; J. Granados – S. Salucci (ed.), Eucaristia e Matrimonio: due sacramenti, un’alleanza, Cantagalli, Siena 2015; Associazione Teologica Italiana, Sacramento del matrimonio e teologia. Un percorso interdisciplinare, Glossa, Milano 2014; A. Carpin, Indissolubilità del matrimonio. La tradizione della Chiesa antica, ESD, Bologna 2014; X. Lacroix, Oser dire le mariage indissoluble, Cerf, Paris 2001; A. Bozzolo – F.G. Brambilla – L. Testa – S. Zanardo – E. Zanetti, L’amore e la fede. Il legame coniugale e l’amore come sacramento, Glossa, Milano 2017.